UN'ESPLOSIONE DI VITALITÀ

di Monica Menozzi.





Costanza Favero è una delle firme più note e uno dei tratti più riconoscibili nel panorama dell’illustrazione italiana. Sin dai suoi esordi come illustratrice ha concepito e prodotto immagini ricche di colore, piene di movimento, buonumore ed allegria; restando nel tempo sempre fedele al proprio stile e alla propria visione. 
Un’esplosione di vitalità, questa secondo me la miglior definizione e l’inconfondibile cifra stilistica di Costanza, autrice più che presente nel mondo dell’editoria, soprattutto nei settori magazine e pubblicità, sin dal 1987.
Costanza, ti immagino molto movimentata, indaffarata e felice mentre stai disegnando e producendo illustrazioni, mi sono fatta un’idea realistica?
Si, mi piace molto la parte del progetto e ho uno studio organizzato ma caotico, cartellette con schizzi da definire, idee da realizzare, tratti definiti che aspettano del colore, pezzi di collage, piastrelle, sassi, foto, piume e qualche cappello. Tengo appese anche le camicie disegnate da me e tanti foulard.
E poi ci sono tanti libri e oggetti che mi piacciono, mi nutro di questi stimoli e tutto questo movimento mi rende più allegra…Mi sembra di essere sempre ‘in progress’.
Svolgo il lavoro per la maggior parte del tempo da sola, con un po’ di musica che mi aiuta a concentrarmi e mi piace lo ‘stato di grazia ‘ in cui ti conduce disegnare. Di solito passo da fase di ideazione e anche tagliuzzare le stoffe creare  frottage con le superfici che mi capitano alla calma ‘zen’ dell’esecuzione.
Mi chiedo cosa mi renda contenta quando creo disegni e credo sia proprio la possibilità di provocare un sorriso o comunque sensazioni positive oppure di porre un interrogativo.
Prediligo il lato solare della vita,gli aspetti buffi e metto sempre dell’ironia nelle illustrazioni : spero davvero che questo trapeli.

Fondamentalmente per me non fa alcuna differenza se un’opera viene usata come murales o come illustrazione di un libro.
Credo che una buona illustrazioni migliori qualsiasi cosa e ci renda più felici e più ricchi: un concetto  semplice ma autentico a mio parere. 


Quale è stato il tuo kick-off, cosa ti ha spinto a scegliere il mestiere di illustratrice?
Ho sempre disegnato tanto e su tutto.
Dovrei dire che non sapevo che esistesse, come possibilità di professione, il disegnare su commissione.Poi un giorno ho visto le illustrazioni di Adelchi Galloni su Grazia, ed ero già sufficientemente grande… Non conoscevo nessuno che facesse qualcosa che somigliasse al disegnatore. Dopo il diploma all’IED, ho cominciato a lavorare davvero  a 21 anni pubblicando su varie riviste e Annabella che allora era una gran bella testata! Erano anni e tempi in cui a scuola ti veniva detto di non considerarti un’illustratrice professionista prima di avere 10 anni di esperienza, ricordo tante ore di lavoro a fare di tutto, assistente per altri professionisti, illustrazioni per i giornali, brochure per agenzie, qualche affissione per il no-profit, packaging e illustrazioni per giochi in scatola.
 Quali sono stati i passaggi più significativi nella tua carriera, quali le collaborazioni o le commissioni che ti hanno maggiormente impegnata ed arricchita professionalmente?

Beh, vorrei parlare della sfida dei ‘lavori continuativi’  che mi sono capitati ad esempio quando ho preso l’incarico negli anni ‘90 anni e di illustrare le pagine dell’AGENDA di Bella , circa 5/8 illustrazioni settimanali per le pagine interne a cui si sono aggiunte circa 60 illustrazioni mensili
 ( gran parte riutilizzate e per cui venivano pagati i diritti di riutilizzo, naturalmente ) per la versione mensile l’AGENDONA ( una specie di agenda e almanacco ) un prodotto di grande diffusione e io credo di aver realizzato in 7 anni una cifra di illustrazioni pari a circa 3 mila.
Ho collaborato con Astra ,Pratica, Milleidee, Salve, Tu Style e ho realizzato illustrazioni per varie rubriche su stile, bellezza, costume e viaggi  per 2/3 anni, spesso quanto durava il ciclo di un restyling o il ruolo di direttore responsabile.
Un altro impegno più recente l’ho avuto con Donna Moderna, per loro ho illustrato l’intera testata per un periodo e per 7 anni ho creato ogni settimana un‘illustrazione sul tema dell’amicizia ,la solidarietà femminile , lo ‘stare insieme’ per :’Le amiche di Salvataggio’ titolo anche dell’omonimo libro di Alessandra Appiano che scriveva il testo degli articoli .E’ stata una vera sfida trovare nuove idee e soluzioni o interpretare i temi fondamentali in diversi modi e questo lavoro mi ha aiutato a trovare spunti ovunque, li appuntavo sul taccuino o nell’iphone …E’ diventato un esercizio quotidiano .     

Il tuo processo creativo: parlaci di come arrivi a concepire e a lavorare su una illustrazione, quali sono le modalità e come ricerchi l’ispirazione creativa?

Come dicevo, guardarsi intorno con curiosità ma anche una sorta di distrazione o meglio ‘estraneamento’ da turista. Sono molto attratta dai costumi e stili delle persone come questi rivelino anche lati più ‘profondi’ o problematiche sociali o l’evoluzione della nostra società e le sue contraddizioni . Per i lavori su commissione, se non c’è l’articolo mi affido all’art-director per ‘decifrare’ insieme il tema, considero a volte anche il suo pubblico di riferimento e ‘lo sguardo’ del giornale e l’attenzione potenziale, quanti secondi rimane l’occhio sulla pagina.
Schizzo da due a cinque soluzioni e poi ne scelgo solo un paio da inviare.


Parliamo ora del tuo stile, così immediatamente riconoscibile.

Vedo nella ricerca di uno ‘stile personale’ la possibilità di ogni autore di ‘incidere’ a seconda delle proprie qualità . Opportunità che ha un grande valore in tutti i settori di lavoro, nel caso dell’illustratore lo stile è proprio il suo passaporto. Io però non mi riconosco in uno stile preciso ma di certo mi riconosco in uno ‘spirito e modo’ di illustrare . Mi piace anche cercare nuove strade ed ogni tanto entrare nel mondo di grandi artisti e designer e farci una passeggiata salutare, dimenticandomi di me.


Come procedi tecnicamente quando elabori un’illustrazione: che strumenti utilizzi, quali sono i metodi e i passaggi?

Mi piace moltissimo fare la parte della progettazione e schizzo con carta e matita o direttamente a penna a sfera , poi procedo con un pennarello o pennello oppure acquisisco la linea così com’è.La maggior parte delle mie texture e patters sono create a mano, acquisite da carte fatte da me a righe con pennarelli o frottage con pastelli.
A volte realizzo un lucido con le linee nere e già metto dei segni colorati dove vorrei fare le campiture, spesso progetto la colorazione usando per pieni e vuoti con un tono di grigio e poi penso almeno ad un colore di riferimento, in un secondo tempo decido la ‘tavolozza’ completa,
in genere mi piacciono i colori che creano ‘contrasti simultanei’. 


Hai speso parecchie energie e tempo in seno all’Associazione Illustratori, dove ti sei occupata per vari anni del notiziario e non solo.

Si, l’altro cardine che mi lega alla professione di illustratore è infatti l’interesse nel creare consapevolezza sui diritti (e doveri) dell’Autore di Immagini, per questo ho messo insieme e coordinato  i lavori per il codice deontologico AI e sono membro  tuttora della commissione ‘professione‘. Credo che la conoscenza di tutti gli aspetti della professione, compreso quelli legali (e fiscali) vada di pari passo con lo sviluppo della propria creatività senza trascurare l’importanza di saper attribuire un equo valore economico al proprio lavoro.

Consapevolezza e responsabilità sono due parole ‘pesanti’ e piuttosto impegnative, lo sento bene, non sono fluide come la loro versione inglese ‘awarness ‘ che per il suono richiama l’immagine di un onda … Nonostante questo  è indispensabile approfondire questi aspetti e farli crescere con l’esperienza professionale.

Nel passato lavorato per il notiziario Ai, negli anni ’90 quando ne sono diventata responsabile fino a sostituirlo con una newsletter, fotocopiata e inviata ai soci …Sembrano anni davvero lontani, senza il digitale!.
Ho ripreso il lavoro con il direttivo per la newsletter nel 2008/2011, mi sono occupata di metterla insieme con la collaborazione di una stagista e del direttivo. Ho fatto parte per anni dei Consigli Direttivi dell’Associazione Illustratori ricoprendo anche la carica di vice-presidente e sono stata presidente dei Probiviri.Dal 2011 circa poi ho intrapreso il discorso di ‘ILLUSTRAZIONIEDINTORNI’ ( blog ma soprattutto pagina FB fondando  il gruppo AUTORI DI IMMAGINI ) un modo ‘gestito in proprio’ per diffondere e valorizzare tutto ciò che è immagine disegnata e  continuo ad ‘integrare’ con questo piccolo contributo il lavoro di AI Lunch Break che seguo e mi piace.Del resto in AI sono anni che si passa il testimone tra un direttivo e l’altro, diciamo che conduciamo un ‘gioco di squadra’.E servono sempre nuovi atleti da allenare!


Cosa vedi nel tuo futuro? O meglio, quali sono le tue aspettative, gli orizzonti verso i quali concentrerai il tuo sguardo nei prossimi tempi? 
Ho deciso fin dall’inizio  di creare un logo FAVERO illustrazioni anche perché l’illustrazione è un arte applicata interessante, trascorro ore a disegnare e questo mi offre la possibilità di realizzarmi come autore.Nel futuro vedo sempre evoluzioni, il mercato comunque ci costringe a cambiamenti, almeno nel mio caso. E credo sia una fortuna.
Da circa quindici anni lavoro per l’editoria dei ragazzi questo è un settore per cui mi piacerebbe poter fare qualcosa di più.
Seguendo la mia passione per il design e le decorazioni ho avviato una attività come  CoCotte Design con cui progetto oggetti e pattern per superfici (assieme ad altri collaboratori).Mi piace molto anche la moda e anche il disegno per tessuti. Mi rendo conto che abilità ed intuizioni apprese in altri settori confluiscono anche nelle illustrazioni per giornali e riviste settore che rimane il mio preferito. 


Cosa ti auguri che succeda nel mercato dell’illustrazione e per il mondo degli Autori di Immagini, quali le cose che possono migliorare o che devono cambiare? 
Soprattutto io spero che movimenti come AIF , International Authors Forum, che si occupa di tutelare e promuovere i diritti di tutte le categorie di autori europee e le sinergie con le atre associazioni Europee che l’AI ha intrapreso attraverso l’EIF diano sempre maggiori frutti… Penso che l’economia possa migliorare ma il cambiamento debba venire soprattutto da noi stessi.
Gli autori poi dovrebbero pensare in modo collettivo e non individuale, attivarsi in prima persona per i loro diritti e avere rispetto per la grande professione che conducono.

Ti ringraziamo per essere stata con noi e per aver portato con le tue illustrazioni una caleidoscopica visione ricca di energia e positività.

A presto!