IL NOSTRO SERGIO TOPPI

L'AI in questo momento di ripresa e in cui si appresta a lanciare nuove iniziative vuole ricordare con cordoglio la perdita del grande autore SERGIO TOPPI.
Come avrete già saputo si è spento a causa di una malattia a Milano, il 21 agosto.

La notizia nonostante il periodo estivo non è certo passata inosservata, sui quotidiani e in rete si sono moltiplicati gli articoli e i tributi al grande maestro.



L'AI deve molto alla figura di Sergio Toppi con cui ha condiviso un percorso di vita, avendo avuto l'onore di annoveralo tra i soci: un professionista di altissimo profilo che è però rimasto sempre modesto ed educato: così lo ricordiamo.



L'AI gli ha dedicato l'Annual e il premio alla carriera nel 1998, insieme ad una sezione dedicata alla relativa mostra che si è tenuta in via Bagutta, nell'omonima galleria, a Milano.

Nato nel '32, ai tempi Toppi aveva 66 anni ed era tutt'altro, come ha poi dimostrato ampiamente, al termine del suo percorso professionale. 

Ci riteniamo davvero onorati di aver potuto incontrare e rendere onore all'arte e al personaggio Sergio Toppi, artista capace di delineare uno stile e un linguaggio visivo dai ritmi originali e inconfondibili e vogliamo condividere il nostro dispiacere per la sua scomparsa con tutti i gli associati ed amici. 



Di seguito, un ricordo da parte di chi lo ha conosciuto più da vicino....














Ferruccio Giromini,
Journalist, Writer, Editor, Art Curator.

Martedì scorso, 21 agosto, è morto a Milano a quasi 80 anni Sergio Toppi.
E' stato uno dei massimi illustratori e fumettisti italiani e mondiali del 900.


Io gli ho voluto molto bene, non solo perché sono cresciuto, anche culturalmente, con i suoi disegni sul "Corriere dei Piccoli" degli anni 60; né solo perché, a partire dal 1975, ho avuto la grande emozione e il grande onore di vedere illustrate pirotecnicamente da lui le mie prime pubblicazioni storiche e le mie prime sceneggiature di fumetti; ma anche, non ultimo, perché era una persona davvero meravigliosa, che per quasi quarant'anni è rimasta per me un amico gentile, beneducato, premuroso, serio.

Dopo i primi momenti di commozione alla notizia della sua scomparsa, ho pensato di ricordarlo agli amici - a chi lo conosceva e a chi forse no - segnalando la possibilità di leggerne una breve storia che realizzammo assieme nel 1978 per le pagine della rivista "Sgt. Kirk", dal titolo originale GERMOGLIO, e che in Italia non è mai stata ristampata da allora.

Purtroppo non è leggibile in Rete se non nella versione spagnola,
VASTAGO (uscita nel 1980 su "Ilustración + Comix Internacional" #4 è leggibile per intero (10 tavole), ad esempio sui seguenti siti:
http://comic-historietas.blogspot.it/2009/06/toppi-y-el-blanco-y-negro-2-vastago.html
http://networkedblogs.com/nrVj0
http://1ojodemelkart.blogspot.it/2011/09/vastago-de-ferruccio-giromini-y-sergio.html
http://lectraymond.forumactif.com/t121p15-le-coin-du-recit-complet#1873

Anche se non si capiscono le parole, stavolta non mi interessa.
Vorrei invece che chiunque possa gustare (attraverso le riproduzioni tratte dal sito Entrecomics) l'arte inimitabile del suo disegno.

Grazie pertanto a chi vorrà condividere con me il ricordo emozionato di Sergio Toppi, maestro e amico.


FG




Ivo Milazzo, 

Presidente di AI.



All'apertura dei lavori l'Associazione Illustratori annuncia la triste notizia della recente scomparsa di Sergio Toppi. 

Un Artigiano, come voleva essere definito, che certamente ha dato un contributo all'Arte della Narrazione per Immagini, oltre che a livello professionale, anche umano. 

Il Presidente e il Direttivo si uniscono al cordoglio della moglie e di tutti i famigliari con un abbraccio che lo accompagni idealmente nella nuova dimensione che ha scelto per esprimersi con il suo personale ed inconfondibile talento.'



IM




Milano, 8-10-2012



Incontrai Sergio Toppi per la prima volta a Genova nel settembre del ’71 in occasione delle “Tre Giornate del Fumetto” manifestazione organizzata da Gianni Bono e Franco Fossati.
Entrammo subito in sintonia. Toppi apprezzava il mio lavoro (in quell’occasione era stata allestita un’importante mostra di originali delle mie illustrazioni pubblicate dalle riviste Mondadori), io ammiravo i suoi disegni in tal modo da assimilarne in seguito la tecnica e la scansione narrativa.
Infatti fu allora che iniziò la mia attività di “fumettaro”.
Collaborai con le sorelle Giussani e con le Paoline nel “Il Giornalino”. Proprio su quelle pagine cominciai a confrontarmi con il suo incredibile “immaginario”. In contrasto con la sua personalità amabilmente schiva e di straordinaria modestia, tutto ciò che nasceva dal suo tratto così inconfondibile descriveva mondi, personaggi, luoghi di una tale forza evocativa che nessuno riuscirà mai ad eguagliare. Conoscere Sergio Toppi e diventarne amico è stato per me un grandissimo onore, aver goduto della stima è stato un privilegio che mi ha gratificato più di ogni altro premio o riconoscimento assegnatomi nel corso della mia carriera.

Alarico Gattia

P.S. Come non ricordare gli splendidi soldatini di ogni epoca che Sergio plasmava e rivestiva con mirabile maestria usando materiali di raccatto i più disperati. Ed i meravigliosi “Samurai”, sua passione, degni del più raffinato modellismo. Pochi conoscono questo aspetto dell’arte figurativa di Sergio Toppi, espressione che avrebbe meritato invece un enorme interesse nell’ambito del collezionismo d’èlite.




RITRATTO DI SERGIO TOPPI.
di Grazia Nidasio



Da tempo, nelle redazioni si mormora che i disegni di Toppi non li faccia Toppi ma un signore che, vedi caso, si chiama proprio come lui.
Questo perché di lui non si capisce niente e anche chi crede di conoscerlo in realtà non lo conosce affatto. E non esiste nemmeno anneddotica su Toppi: gli manca la teatralità della persona.
Facile fare battute su altri autori di fumetti, citare il picarismo di Pratt, per esempio, o narrare episodi del maledettismo di Pazienza o le intemperanze di Bonvi, essi stessi hanno predisposto il repertorio; ma nel caso di Toppi non puoi farlo, non c’è racconto.
Così, sei costretto a concentrarti sui suoi disegni.
E allora sorge il solito interrogativo: dove mai questo composto signore che non alza mai la voce trovi quell’espressività rocciosa, scovi la somiglianza feroce dei suoi ritratti, la sensualità magica delle sue donne. E da dove gli venga la barbara forza dei suoi bianchi e neri.
Così è nata la sua unica leggenda: quella di Toppi e dell’altro.
 Da parte sua, credo sia un modo sottile e calcolato di spiazzare, una specie di divertimento sotto i baffi. In effetti lui, con un semplice tratto di penna, riesce a smentire il radicato luogo comune che vuole che il genio sia anche sregolatezza, convinzione tanto cara a quanti tentano di giustificare una propria sregolatezza troppo spesso priva di genio.

Novembre 2004





Eravamo in casa di amici con la TV accesa che nessuno guardava e ho captato che Sergio Toppi era scomparso.
Ho davvero gridato nooo! Tutti si sono allarmati pensando a qualche tragedia.
Io e Giuliano ci siamo guardati disorientati, avevamo perso un pezzo della nostra storia di illustratori e un punto di riferimento.
Siamo cresciuti con Toppi. Abbiamo un archivio delle sue illustrazioni apparse sul Corriere dei Ragazzi che io continuavo a leggere, anche se ragazza non ero più da un pezzo, per la qualità dei fumetti e delle illustrazioni.
Questo inverno in occasione della preparazione della Mostra “Metamorfosi del viaggiatore” lo avevo contattato per chiedergli alcune opere, mi disse che era molto occupato e non era in grado di partecipare.
Mi dispiacque molto ma non insistetti.
Lo incontrai per la prima volta  ad una mia personale alla Galleria Agrifoglio tanti e tanti anni fa.
Minuto, gentile e riservato, così diverso da come me lo ero immaginato  guardando i suoi disegni dal tratto deciso.
Mi metteva in imbarazzo, lui era Sergio Toppi ed io una giovane illustratrice, mi parlava con un garbo d’altri tempi e sincero interesse che non mi aspettavo davvero.
Durante la serata in suo ricordo alla Triennale ho trovato tante persone che descrivevano la medesima sensazione d’aver incontrato un GRANDE che non aveva bisogno di gratificazioni né di ostentare nulla.
E’ stato un maestro per me e Bartoli e quando ancora disegnavo fumetti l’avrei “rapinato” volentieri, se solo fosse stato possibile, ma “purtroppo” Toppi era e resterà inimitabile.

Patrizia Elli

Milano, 11 ottobre 2012










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