IL GIOCO E' UNA COSA SERIA
di Fabio Buonocore e Monica Menozzi
Un ingegnere? Più o meno. Un mago? Non saprei. Un
illustratore!.... Mmm, non proprio. Ma allora chi è Dario Cestaro?
Il signor C. è un demolitore. “Un demolitore?!” mi direte.
Si, il signor C., cari lettori, demolisce i confini degli stereotipi
avvicinando il regno della fantasia pura, quella ludica, al quotidiano. I suoi
intagli stupiscono i bambini e contagiano gli adulti. Come lui stesso afferma
“il pop-up” arriva al lettore prima ancora dell’illustrazione perché salta
fuori dal libro e stupisce, ma la sorpresa è per tutti, provare per credere. E’
l’unico architetto capace di costruire un castello per ogni persona… o un
giardino o, perché no, un’isola, perché il potere dell’immaginazione è sorprendente
quanto individuale.
Ricordo che da bambino passavo ore ed ore con una semplice
macchinina in mano, null’altro, e con quella macchinina facevo viaggi
incredibili ed ogni superficie sembrava disegnata per essere solcata dalle sue
ruote. Nel gioco non è “cosa” fai che conta, ma il “come”, è questo ciò che
rende il gioco una cosa seria.

I tuoi progetti nascono in modo autonomo da idee tue, arrivano a maturazione e poi vengono proposti a un editore o sono invece frutto di esigenze editoriali che devono trovare una soluzione magica attraverso di te?
Come trovi
l’ispirazione, hai una tecnica particolare? Abbiamo
visto che alla fine tutti i professionisti prima o poi ne sviluppano una
personale: precisa ed efficiente, spaziando dallo scrivere parole o concetti
antiteci, allo scarabocchiare senza sosta fino ad arrivare a una specie di
stato di trance, al prodursi in una ricerca iconografica più possibile
meticolosa, estesa e capillare…insomma ognuno ha la sua strategia: tu come
accendi la lampadina?
Penso
ormai di avere il cervello impostato: lavora da solo. Io devo solo avere sempre
a disposizione un taccuino dove annotare le idee prima che svaniscano.…
perchè altrimenti svaniscono!Più
che altro è l’emozione ad andarsene, e quella va subito impressa nel taccuino.
Come ti
muovi nella fase tecnica della progettazione tridimensionale? Che programmi
utilizzi, quali sono le competenze indispensabili per muoversi in questo
settore? Quanto conta l’ingegnerizzazione del progetto? Come avviene?
Uso
illustrator per i tracciati di fustella, photoshop per ritoccare le
illustrazioni adattandole ai segmenti di carta.L’ingegnerizzazione
avviene in molte fasi, e con molti errori, anzi diciamo con molti tentativi
errati che servono ad individuare la via corretta.Si
illustra una forma 3D composta da vari segmenti di carta. Ma ogni pezzo viene
disegnato individualmente e in posizione appiattita. Quando si va a ricomporre
il tutto spesso il risultato sono occhi storti troppo distanti o troppo vicini,
bocche con tutt'altra espressione rispetto a quella prevista. E così bisogna
tornare indietro e correggere.
Ora come
mai i piccoli lettori hanno bisogno di ricevere forti stimoli visivi e di
essere coinvolti attivamente per essere conquistati da un libro: La
competizione con i giochi interattivi e le applicazioni per i dispositivi
mobili è sempre più serrata… Secondo te è cambiato il bisogno che sta alla base
della fruizione del libro? Trovi che ci sia una sostanziale mutazione in atto
nella domanda, con una possibilità di dover soddisfare con sorprese sempre
maggiori, complicazioni ed “effetti speciali” un piccolo pubblico sempre più
ansioso di divertirsi e meno paziente nell’apprendere? Non pensi che ci sia un
problema di escalation, per intenderci?
Mi
piace proporre personalmente i miei progetti, l’ho fatto fino adesso
principalmente in Italia e meno all’estero. Un agente però mi farebbe molto
comodo, è che trovarlo è già un lavoro di per se, ed il tempo è poco. Aspetto
che mi capiti l’occasione di un buon contatto.
Grazie
a Te : )
Ciao Dario
e grazie per esserti reso disponibile a questa intervista. Iniziamo
col chiederti subito: ma quanto ti diverti nel tuo lavoro? Una
domanda retorica ovviamente, la risposta è palese: moltissimo! Da quanti
anni lavori nel settore dei libri gioco e pop-up?
Ho
iniziato a progettare giocattoli per la Mattel 13 anni fa, mi occupavo di
piramidi, sfingi, mummie e soldatini per la linea Great Adventure della Fischer
Price. Ma ogni tanto mi passava tra le mani anche qualche progetto Barbie.Poi
ho intrapreso la strada dell'illustrazione e circa 8 anni fa ho esordito con il
mio primo libro pop-up. Andò bene e da allora ho continuato a maneggiare carta,
forbici e colla.
Spiegaci
come nasce una tua creatura: come avvengono il concepimento e la gestazione?
L’ispirazione
per un progetto può nascere in svariati modi: una suggestione cartotecnica, la
scoperta di un particolare effetto emozionante come nel caso dell’abbinamento
carta e luce, oppure un’idea di gioco.Qualunque
sia l'origine di un'idea, la sintetizzo subito in un concept, che esprime
l’identità del libro. In sostanza mi chiedo: Che
libro sto realizzando? A
chi è rivolto? Come
desidero che venga recepito dal lettore? Che
emozione mi immagino avrà il lettore quando lo incontrerà? Perché
dovrebbe essere interessante? Credo
che avere un concept ben strutturato sia particolarmente importante nei libri
pop-up, che visto il grosso costo di produzione che hanno alle spalle, sono da
considerarsi come dei blockbuster, cioè progetti che si rivolgono ad un’ampia
fascia di pubblico. Insomma POP!
I tuoi progetti nascono in modo autonomo da idee tue, arrivano a maturazione e poi vengono proposti a un editore o sono invece frutto di esigenze editoriali che devono trovare una soluzione magica attraverso di te?
Alcuni
titoli mi vengono commissionati direttamente dalle case editrici, ma gran parte
dei libri che realizzo nasce nel mio studio e poi arriva come proposta nel
tavolo degli editori. La
gestazione è più lunga e incerta ma da anche più soddisfazione. In
alcuni casi si va subito in stampa, altre volte i progetti passano di tavolo in
tavolo, attraversano stati se non continenti e possono giacere mesi o anni in
qualche scrivania (o sgabuzzino) di redazione, fino a che una mail non ne
risveglia l’interesse. Durante
questi traslochi i progetti subiscono importanti modifiche, maturano e
migliorano. Trovo che la distanza sia benefica, permette di tornare ad un
progetto con occhi freschi e nuovi, capaci di individuare difetti prima
invisibili.Ho
imparato che il modo più sereno di vivere queste separazioni é di lasciare i
progetti e non pensarci più fino alla data di scadenza in cui si è fissato un
feedback. Senza maturare aspettative. Le risposte degli editori possono essere
spesso incerte e non puntuali, meglio concentrarsi su altro.


Quanto
incide la capacità di relazionarsi con tutte quelle figure professionali che
collaborano poi alla buona riuscita del “prodotto” e quali sono? Raccontaci un
po’ degli aspetti più squisitamente cartotecnici…e delle competenze necessarie:
hai un rapporto molto stretto con gli stampatori o sono aspetti che non ti
riguardano… sei uno che deve seguire il lavoro fino alla stampa oppure esaurito
il progetto iniziale hai bisogno di mettere subito la mente a macchinare sulla
progettazione di qualcos’altro?
I
tempi di lavorazione di un libro pop-up sono molto lunghi e discontinui. Una
volta consegnato e approvato il progetto cartotecnico senza le illustrazioni
(per le quali è stata comunque fatta una prova a parte), questo viene spedito
in oriente dallo stampatore per essere quotato. Cioè lo stampatore verificherà
la fattibilità del progetto ed il costo di produzione. Perchè
in oriente? Perchè i libri pop-up sono assemblati a mano, quindi per mantenere
un prezzo di copertina accessibile, possono essere prodotti solo in paesi dove
la manodopera ha un basso costo.: Cina, India, e Tailandia. Passano
uno o due mesi, arriva il dummy quotato. Si decide cosa tenere cosa
sintetizzare, cosa amputare e parte la realizzazione. Più o meno altri due
mesi. Ovviamente
qui do un esempio generico, perché ci sono libri più impegnativi e libri più
semplici. Finito
il libro vengono consegnati i files alla casa editrice. Ci lavora il reparto
grafico, la redazione come in qualunque libro, ma poi il tutto riparte per
l’oriente dove verrà stampato. Prima
che ci si riveda in libreria passano circa 6 mesi, in cui sono compresi i tempi
di trasporto in nave e il passaggio alla dogana. Lavori a
uno o a più progetti contemporaneamente? Assolutamente
a tanti progetti in contemporanea, sia per i motivi detti qui sopra, sia perché
mi aiuta a tenermi fresco e motivato.

Si
mi sembra evidente che il modo di comunicare e leggere sia molto cambiato. Con
i tablet e internet possiamo accedere a tutto in un batter d’occhio. La
moltitudine di attività e stimoli che vengono offerti se non imposti ai bambini
hanno alzato l’aspettativa di divertimento. Sento
dire da molte maestre che i bambini d’oggi sanno fare molte cose ma hanno tempi
di concentrazione più brevi, e lo riscontro anche in mia figlia. Ci
sono libri scritti calcolando che ogni 6 righe debba succedere un avvenimento
importante in modo che il lettore sia costantemente stimolato. I
libri pop-up per la loro natura sorprendente, si inseriscono bene in questo
contesto, conservando in se anche l’inventiva di meccanismi realizzati con un
materiale povero e alla portata di tutti: la carta.
Suppongo
che la concorrenza mondiale proprio per i punti di cui sopra sia in costante
aumento in questo settore. E’ un effetto che avverti? Ti rivolgi a un mercato
prettamente italiano o in caso contrario, come ti proponi all’estero? Utilizzi
un agente o i tuoi titoli vengono acquistati nel mercato extra-nazionale con
diritti secondari dagli editori esteri interessati all’interno delle grandi
fiere di settore?

Chiudo con
una domanda spinosa ma che reputo importante perché può essere di stimolo a
tutti coloro che hanno letto questa intervista fino a qui proprio perché stanno
magari valutando o cercando un imput per intraprendere questa strada….mi sembra
ovvio che lavori parecchio e con soddisfazione. Posso essere indiscreta e
chiederti se anche la soddisfazione del profitto è di pari intensità?
Consiglieresti questo lavoro dal punto di vista economico?
Mi
reputo fortunato a vivere di questo lavoro. Non mi ha (ancora) arricchito, ma
mi ha fa vivere discretamente. Penso
che il mondo della cartotecnica, offra tante applicazioni e ci sia ancora molta
ricerca da poter fare. Come in tutti i lavori da liberi professionisti è
necessario avere capacità, ma anche molta determinazione, nel caso di mestieri
artistici aggiungo l’esigenza espressiva . Se una persona possiede queste
caratteristiche, certo che glielo consiglierei.
Grazie per
il tuo doodle per Lunchbreak, per le tue risposte e per la tua gentilezza,a presto
Dario!