NATURALMENTE, MARIA PIATTO
di Monica Menozzi.
Questo mese abbiamo con noi Maria Piatto, illustratrice naturalistica e pittrice, nonché membro del Direttivo di AI e referente responsabile del volume ANNUAL.
Come è avvenuto il tuo ingresso in questo ambito? Quali sono stati iter e formazione?

Vanti ormai più di 30 anni di esperienza nel settore, come sono cambiati gli scenari da quando hai iniziato?

Deve fare ricerca visiva, aggiornarsi sia tecnicamente che culturalmente, tendere a livelli di espressione superiori. Coloro che arrivano ad una posizione importante nel panorama artistico sono dotati di grande serietà e professionalità.


Ho avuto modo di osservare, nella gestione della rubrica di Annual “Previsioni del Tempo”, dove selezioniamo per la pubblicazione un ragazzo e una ragazza esordienti (giovani promesse sottoposte al giudizio del Direttivo) che la nuova generazione di autori di immagini sta riscoprendo con entusiasmo le tecniche tradizionali. Tornano con un certo stupore al disegno a mano, al chiaroscuro, amano sperimentare l’espressività e la sensibilità del segno. Anche la tecnica digitale si sta raffinando sempre di più per cercare di ottenere gli stessi risultati. Ho visto a Bologna, tra coloro che vengono allo stand di Associazione illustratori per fare Portfolio review, delle ottime performance in questo senso. Tuttavia al digitale mancherà sempre la materialità unica dell’oggetto fatto a mano, con le sue imperfezioni.
Hai anche altre occupazioni che richiedono molto impegno ed attenzione: sei archivista all’Accademia di Brera: chissà quanti meravigliosi tesori più unici che rari ti sono passati fra le mani…Il più raro o curioso?
Hai anche altre occupazioni che richiedono molto impegno ed attenzione: sei archivista all’Accademia di Brera: chissà quanti meravigliosi tesori più unici che rari ti sono passati fra le mani…Il più raro o curioso?
Non saprei cosa scegliere, nei diversi archivi che ho conosciuto, tra pergamene che hanno quasi mille anni (ma di queste non ce n’è all’Archivio dell’Accademia) o semplici carte di sessanta anni fa che raccontano vicissitudini umane di vario genere. A volte ti capitano tra le mani piccoli schizzi a matita o a penna che conservano la sorprendente freschezza del tratto veloce e abile, come se fossero stati appena tracciati, anche se sono lì nella cartella da tanti anni. Cose piccole, tesori quotidiani. Le cose preziose stanno nei musei e non in un archivio prevalentemente ottocentesco come quello dell’Accademia.
Ma cosa c’entra un illustratore in un archivio direte voi. Sono arrivata all’archivio come storico dell’arte in realtà. L’archivio è una delle fonti della storia, una delle più importanti, e io mi sono avvicinata alle carte studiando la storia delle opere d’arte. Molto spesso si rimane in soggezione davanti all’opera d’arte, ma si tratta di un’aura che noi sovrapponiamo all’oggetto. L’opera, prima ancora che un miracolo unico dell’ingegno umano è un oggetto reale, contingente, materiale. Ogni opera, oltre ad essere un fatto culturale, ha la sua storia, il suo ambito materiale e relazionale che la determina. Insomma studiando le opere si finisce per entrare in un archivio e può capitare di rimanerne affascinati.
Sei inoltre insegnante di Pittura e di Trompe l’oeil alla scuola Cova di Milano….

Sicuramente queste molteplici attività, che comunque hanno a che fare con il mondo delle immagini e dell’arte, hanno avuto una grande importanza nel raffinare e centrare la tua figura professionale, che ha potuto trarre da diverse fonti la propria forza e unicità.

Da due anni sei membro del Direttivo di AI e ricopri l’importante carica di Segretario.
Il lavoro per l’Associazione assorbe molte ore della mia giornata, soprattutto nei mesi autunnali e invernali, quando parte l’avventura Annual. Sono contenta di investire in questa collaborazione perché mi piace lavorare in gruppo. In Associazione capita: si opera sia da soli che in accordo con altri. Sembra buffo dirlo alla mia età, ma è uno stimolo alla crescita, condividiamo degli obiettivi.
Si, parlaci più approfonditamente dell’esperienza che concerne il concorso e la realizzazione del volume Annual, attività che ti assorbe ed entusiasma parecchio, e che comporta anche una bella responsabilità anche in merito al talent scouting di Previsioni del tempo….

Personalmente la parte del lavoro Annual che preferisco è quando visiono le opere in arrivo: sono tantissime, appartengono a diverse categorie di produzione. E’ un’esperienza visiva veramente interessante e a tratti intensa. I membri delle nostre giurie confermano tutti questa mia opinione alla fine della selezione. Le opere arrivano al momento del giudizio anonime, contrassegnate da con un codice identificativo. Il fatto può comportare, ed è capitato, che anche opere di autori di certa fama possano rimanere escluse dalla selezione.
Altra rubrica di Annual che ci dà grandi soddisfazioni è “Previsioni del Tempo”, di cui ho parlato anche prima. Fino ad ora siamo sempre riusciti (parlo al plurale comprendendo i Direttivi che ci hanno preceduto) a selezionare tra i primi ragazzi che sono oggi dei talenti riconosciuti: come Luigi Aimè e Barbara Petris nel 2010, Claudia Palmarucci nel 2012, Monica Barengo nel 2013. Chissà a chi toccherà quest’anno…
Cosa ci puoi dire sulla nuova pubblicazione? Qualche anticipazione?
Cosa ci puoi dire sulla nuova pubblicazione? Qualche anticipazione?
E’ un po’ presto per le novità, siamo in fase di decollo, ma posso anticipare che Annual quest’anno è dedicato a Beppe Giacobbe. Siamo orgogliosi di dire sarà lui il nostro Illustreautore e Presidente della giuria. Sarà proprio lui a disegnare la copertina del volume. Come sapete il tema delle nostre copertine è sempre l’Italia. Vedremo come la interpreterà.
Grazie per la disponibilità e… tienici aggiornati sul progetto Annual!
Grazie per la disponibilità e… tienici aggiornati sul progetto Annual!