DALLA FRANCIA... CON FERVORE!
BIENNALE DEL CARNET DE VOYAGE A CLERMONT FERRAND
di
Marina Cremonini
foto di Enrico Rambaldi
La
Biennale del Carnet di Viaggio è in realtà attualmente, a discapito
del nome, un evento annuale che porta in mostra i taccuini di viaggio
di100 carnettisti da tutto il mondo, assieme a tutto quello che ruota
attorno al viaggiare (libri di foto, di illustrazione, riviste,
carnet editi e autoprodotti, case editrici, conferenze, proiezioni e
incontri a tema; raccoglie più di 10.000 visitatori, dura tre giorni
(di solito a fine novembre), ricolmi di immagini e parole, emozioni,
entusiasmo, scambi, ispirazioni, incontri, spunti di riflessione,
complimenti, critiche, sorrisi, strette di mano, lingue
diverse…frenesia “di vita”. Del resto, viaggiare, non è tutto
questo?
Per partecipare occorre inviare una parte del proprio carnet (entro una data stabilita dall'organizzazione) e superare la selezione della giuria.
Quest’anno sono entrata tra i 100 espositori, con il mio Taccuino autoprodotto “Toscana 2012”, e ho potuto vivere la manifestazione da “dentro”.
Per partecipare occorre inviare una parte del proprio carnet (entro una data stabilita dall'organizzazione) e superare la selezione della giuria.
Quest’anno sono entrata tra i 100 espositori, con il mio Taccuino autoprodotto “Toscana 2012”, e ho potuto vivere la manifestazione da “dentro”.
L’anno
scorso andai come visitatrice e, confesso, che fu quasi più bello…ma
di questo racconterà Enrico,
amico illustratore e prezioso aiuto, che mi ha accompagnato
nell’avventura, e che quest’anno ha potuto “vedere da
fuori”.
Avere lo stand per condividere con il pubblico il proprio lavoro (5 metri di parete, un tavolo e una bacheca) è bellissimo: ma avere davanti tutto quel paradiso (libri, persone, disegni, etc.) e non poterlo vedere… ah! che frustrazione!
Avere lo stand per condividere con il pubblico il proprio lavoro (5 metri di parete, un tavolo e una bacheca) è bellissimo: ma avere davanti tutto quel paradiso (libri, persone, disegni, etc.) e non poterlo vedere… ah! che frustrazione!
L’organizzazione è perfetta, è una macchina ben unta, che non si inceppa e gira alla perfezione...cosa che per noi italiani a volte è sorprendente.
Il pubblico francese, ma non solo proveniente dalla Francia, è incredibilmente ricettivo, attento e partecipe: osserva con attenzione, domanda, sfoglia i taccuini, ti fa sentire che desidera comprendere il tuo modo di condividere il proprio viaggio, sia dal punto di vista tecnico che espressivo.
Perché
la biennale è soprattutto questo: condivisione di un modo personale
di concepire (inteso anche come “dare alla luce”) un taccuino di
viaggio, che è la rappresentazione fisica della personalità del
viaggiatore.
Forse perché per viaggiare bisogna essere aperti, adattabili e “sportivi”, tutti gli artisti sono persone gioviali: la voglia è quella di raccontare una passione..non ho avvertito mai competizione, o invidia…Per partecipare non serve essere nulla più che viaggiatori creativi.
Forse perché per viaggiare bisogna essere aperti, adattabili e “sportivi”, tutti gli artisti sono persone gioviali: la voglia è quella di raccontare una passione..non ho avvertito mai competizione, o invidia…Per partecipare non serve essere nulla più che viaggiatori creativi.
Ci sono
quindi famosi illustratori, ma anche semplici amanti del viaggio. Le
tecniche sono le più varie…acquerello, china, matita, collage,
fotografia, digitale e tecniche miste.
C’è
un tema ogni anno, e ci sono quindi due categorie di carnettisti, chi
è a tema (e quindi in concorso), e chi è “fuori tema” (e
presenta quindi un proprio tema personale).
Il
venerdì
è il giorno riservato alla vista da parte delle scuole: gruppi di
bambini e ragazzini girano per gli stand con i loro fogliettini (i
più professionali sfoggiano un blocco apposito) per raccogliere le
dédicaces: l’usanza di farsi fare un disegno con dedica da ogni
artista.
Il
sabato
è un giorno da leoni: un fluire continuo di visitatori di ogni età,
competenti, partecipi. A volte lo stand è gremito di “folla”che
si arresta appena prendi in mano i pennelli per una qualche
dedicaces…quasi assistessero a una magia, quella di veder nascere
qualche cosa sul foglio bianco!
E’
interessante fare un sunto del target di chi apprezza il tuo lavoro.
L’età media dei miei “fans” è stata 45 anni! Questo è in
realtà è il risultato di una media tra i 10 e gli 80 anni! Ho visto
inoltre che ho colpito maggiormente i bimbi e le canute e chic
“nonne” francesi, assieme ad un buon numero di uomini decisamente
artistici e sensibili: è interessante meditare sulla risonanza del
proprio lavoro, qualunque esso sia.
Sono
tornata dalla Francia “con furore” perchè carica di energia, di
vitalità, di idee, di sorrisi.
Io ed
Enrico abbiamo anche avuto la fortuna di essere inseriti sulla prima
pagina del giornale locale! Tra tutti i carnettisti di Clermont hanno
messo la mia foto e il suo taccuino mentre mi ritrae!
Un
bellissimo ricordo di questa esperienza.
La
prima volta che sentii parlare di Clermon Ferrant, la biennale del
Carnet de Voyage, fu quando iniziai ad usare gli acquerelli, nel
2008, grazie a Pier
Paola Canè,
che mi ha fatto innamorare dei pennelli. Appassionata di Carnet de
Voyage, pittrice, insegnante, e aveva già partecipato alla biennale
esponendo i suoi taccuini, mi ha subito affascinato non solo quel
mondo, ma l’idea del viaggio fatto in compagnia di un blocco di
carta, di una scatolina di mezzi godèt, e di un po’ d’acqua.
Erano solo pochi mesi che dipingevo, ed andai a trovarla a
Formentera.
Noleggiai
un motorino per scorazzare sull’isola, provando a rendere su carta
quel turchese che ancora ricordo .Nacque così il mio primo taccuino
di viaggio.
Mi appassionai a questo modo di viaggiare: lento, solitario, diretto, che chiedeva di fermarsi ad entrare in un luogo con tutti i sensi, per riportare sul foglio e nell’acqua degli acquerelli non solo ciò che vedono gli occhi, ma anche il sentito, e il “saputo”.
Poco dopo entrando in libreria scoprii un taccuino di viaggio sull’India: mi riempì di emozioni tanto da sparpagliare un po’ di lacrime proprio lì tra gli scaffali della libreria, poiché in India ci avevo vissuto per un po’ e la ritrovavo intensamente in quelle pagine. Desiderai profondamente conoscere l’autore: il taccuino era di Stefano Faravelli , attualmente il maggior esponente in Italia di questo filone. Il caso volle che l’estate seguente proprio lui facesse il suo primo corso sui carnet di viaggio, e riuscii ad andarci: una settimana a dipingere le cinque terre.
Mi appassionai a questo modo di viaggiare: lento, solitario, diretto, che chiedeva di fermarsi ad entrare in un luogo con tutti i sensi, per riportare sul foglio e nell’acqua degli acquerelli non solo ciò che vedono gli occhi, ma anche il sentito, e il “saputo”.
Poco dopo entrando in libreria scoprii un taccuino di viaggio sull’India: mi riempì di emozioni tanto da sparpagliare un po’ di lacrime proprio lì tra gli scaffali della libreria, poiché in India ci avevo vissuto per un po’ e la ritrovavo intensamente in quelle pagine. Desiderai profondamente conoscere l’autore: il taccuino era di Stefano Faravelli , attualmente il maggior esponente in Italia di questo filone. Il caso volle che l’estate seguente proprio lui facesse il suo primo corso sui carnet di viaggio, e riuscii ad andarci: una settimana a dipingere le cinque terre.
Anche
Faravelli (che ho poi rincontrato a Bologna, al workshop organizzato
dall’Associazione Illustratori, presso la Ram, dove ho conosciuto
Enrico) era stato tante volte ospite della Biennale, ed era uno dei
pochi Italiani, allora, assieme a Pierpaola Canè, a conoscere questo
evento fin dagli albori.
In
seguito ho auto pubblicato un taccuino sull’Appennino Tosco
Emiliano, che ho presentato in vari paesi dell’Appennino appunto, e
a Bologna, ho partecipato a Matite in Viaggio, a Metamorfosi del
Viaggiatore, ho tenuto una lezione all’Università aperta di Imola
su come tenere un diario di viaggio naturalistico, ed ora i miei
taccuini sono presenti ad una mostra sui diari di viaggio nella
galleria d’Arte La Piccola a Bologna.
Ed ora
la parola ad Enrico, fotografo della nostra avventura francese!
Solo
qualche riga (o forse qualcosa di più) per aggiungere un po' di
impressioni personali su questo splendido evento.
Come diceva Marina per me è stata la prima volta alla biennale di Clermont e il primissimo impatto non è stato dei migliori, negli ultimi anni sono stato diverse volte al festival del fumetto di Angouleme che si apre al visitatore con mostre strabilianti e fantastici stands per le vie della città (dove le targhe sono inscritte nei ballons) dentro le chiese, nella cattedrale, nei musei etc etc. e mi aspettavo qualcosa di similare: il freddo e imponente Polydome mi ha lasciato perplesso.
Finito di "arredare" lo stand, Marina con l'elmetto in testa (in realtà cappello a fiori) e pennello tra i denti si è sistemata in "trincea" ed io con la mia fedele fuji x10 sono andato in avanscoperta.
Un impatto incredibile, 3 piani di stands allestiti e "rivestiti" nei più svariati modi, con modellini di vascelli, statue semovibili in cartapesta, busti di scimmia, lance dalla punta d'osso eschimesi, legni portati dal mare, drappi colorati di monasteri dimenticati e chi più ne ha più ne metta e ovviamente un infinita gamma di segni&disegni dai tratti più morbidi a quelli più spigolosi in bianco e nero, a colori, acquerelli, chine, grafiti&graffiti, collage, bicromie, tricromie e potrei dilungarmi ma il resto dovrete andare a scoprirlo di persona.
Ma tra tutto questo sfavillare la cosa che mi ha emozionato di più sono state decisamente le persone, un popolo di viaggiatori dalle facce e dagli occhi allegri, di una disponibilità e sensibilità rara.
Ovviamente ho sfoggiato il mio migliore esperanto fondendo con nonchalance l'immancabile francese, inglese, spagnolo, l'italiano e last but not least il romagnolo, e…incredibile ma vero mi è parso che mi capissero.
Ho conosciuto un gran numero di splendidi "personaggi" e ho raccolto un miliardo di impressioni e informazioni…un bel sacchetto di anacardi e frutta secca è vivamente consigliato e indispensabile, i cali di zucchero tra gli stand sono pericolosi, neanche steste scalando la parete nord dell'eiger… e se come mi immagino siete dei voraci consumatori (oltre che produttori) di immagini tenete presente questo consiglio. Pensavo di passare in fiera una giornata o al massimo due, in realtà ci sono rimasto blindato per tre giorni! La povera Clermont a parte la sera, quando distrutti andavamo alla ricerca di una buona cena, uscendone decisamente sconfitti (oh…l'orribile cibo francese…) non sono riuscito a visitarla per nulla…Mi toccherà ritornarci al più presto con mio sommo dispiacere…magari con un mio stand e un bel viaggio da raccontare!
Ah, quasi dimenticavo, che non vi capiti di passare dalla libreria interna al Dome, oppure andateci ma lasciate in albergo portafoglio e carte di credito, il 15 del mese successivo potreste avere brutte sorprese…
Come diceva Marina per me è stata la prima volta alla biennale di Clermont e il primissimo impatto non è stato dei migliori, negli ultimi anni sono stato diverse volte al festival del fumetto di Angouleme che si apre al visitatore con mostre strabilianti e fantastici stands per le vie della città (dove le targhe sono inscritte nei ballons) dentro le chiese, nella cattedrale, nei musei etc etc. e mi aspettavo qualcosa di similare: il freddo e imponente Polydome mi ha lasciato perplesso.
Finito di "arredare" lo stand, Marina con l'elmetto in testa (in realtà cappello a fiori) e pennello tra i denti si è sistemata in "trincea" ed io con la mia fedele fuji x10 sono andato in avanscoperta.
Un impatto incredibile, 3 piani di stands allestiti e "rivestiti" nei più svariati modi, con modellini di vascelli, statue semovibili in cartapesta, busti di scimmia, lance dalla punta d'osso eschimesi, legni portati dal mare, drappi colorati di monasteri dimenticati e chi più ne ha più ne metta e ovviamente un infinita gamma di segni&disegni dai tratti più morbidi a quelli più spigolosi in bianco e nero, a colori, acquerelli, chine, grafiti&graffiti, collage, bicromie, tricromie e potrei dilungarmi ma il resto dovrete andare a scoprirlo di persona.
Ma tra tutto questo sfavillare la cosa che mi ha emozionato di più sono state decisamente le persone, un popolo di viaggiatori dalle facce e dagli occhi allegri, di una disponibilità e sensibilità rara.
Ovviamente ho sfoggiato il mio migliore esperanto fondendo con nonchalance l'immancabile francese, inglese, spagnolo, l'italiano e last but not least il romagnolo, e…incredibile ma vero mi è parso che mi capissero.
Ho conosciuto un gran numero di splendidi "personaggi" e ho raccolto un miliardo di impressioni e informazioni…un bel sacchetto di anacardi e frutta secca è vivamente consigliato e indispensabile, i cali di zucchero tra gli stand sono pericolosi, neanche steste scalando la parete nord dell'eiger… e se come mi immagino siete dei voraci consumatori (oltre che produttori) di immagini tenete presente questo consiglio. Pensavo di passare in fiera una giornata o al massimo due, in realtà ci sono rimasto blindato per tre giorni! La povera Clermont a parte la sera, quando distrutti andavamo alla ricerca di una buona cena, uscendone decisamente sconfitti (oh…l'orribile cibo francese…) non sono riuscito a visitarla per nulla…Mi toccherà ritornarci al più presto con mio sommo dispiacere…magari con un mio stand e un bel viaggio da raccontare!
Ah, quasi dimenticavo, che non vi capiti di passare dalla libreria interna al Dome, oppure andateci ma lasciate in albergo portafoglio e carte di credito, il 15 del mese successivo potreste avere brutte sorprese…
Qui a
seguito una piccola lista delle persone&cose più belle che ho
visto e che in parte ho fotografato:
Joao
Catarino: http://desenhosdodia.blogspot.it
Enrique
Flores: http://www.4ojos.com/blog/
Nicolas
Jolivot: http://nicolasjolivot.canalblog.com
Claire&Reno
Marca: http://www.reno-marca.com
Dominique
Fidanza: http://www.sighanda.com
Didier
Brot: http://www.didierbrot.com/pages/24alhome.html
Elisa
Pellecani:
http://archivio.fotografiaeuropea.it/2010/Sezione.jsp?titolo=Elisa+Pellacani&idSezione=48
Alvaro
Carnicero: http://www.alvarocarnicero.com
Evelyne
Locicero: http://bigoudene46.over-blog.com
Jorge
Arranz: http://www.jorgearranz.com
Julien
Telle http://julientelle.blogspot.it
Luis
Ruiz Padron: http://luisrpadron.blogspot.it
Philippe
Bichon: http://www.globecroqueur.com/Sommaire.htm
Swasky:
http://www.swasky.net
Salvatore
Santuccio: http://www.salvatoresantuccio.it
Pierre
Auzias:
http://www.rendezvous-carnetdevoyage.com/route-des-carnets-pierre-auzias-clermont-ferrand
Mathias
Bonneau: http://mathiasbonneau.jimdo.com/carnet-l-hiver-au-bois/
Patricia
Allais Rabeux: http://allais-rabeux.blogspot.it
Maximilien
Leroy:
http://maxleroy.blogspot.it/
Federico
Gemma: http://federicogemma.blogspot.it/
Per
quanto mi riguarda il mio avvicinamento al "mondo" del
carnet de voyage, è avvenuto con la conoscenza del lavoro di Stefano
Faravelli
diversi anni or sono (2006) sulle pagine di una rivista sullo yoga
che comprava la mia compagna, in un bell'articolo Stefano parlava dei
suoi viaggi e del suo approccio al disegno in loco, di lì
l'interessamento diretto e l'incontro in quel di Torino, poi Milano e
Verona alle varie presentazioni e il successivo coinvolgimento con
l'organizzazione per conto dell'Associazione
Illustratori
del bel workshop a Bologna nell'ottobre 2011 nella sede della RAM
hotel e prosegue con la partecipazione alla mostra collettiva matite
in viaggio 2012 e con l'auto produzione di un carnet di cartoline
naturalistiche sull'Appennino dove vado a rifugiarmi e a rinsavire
appena posso.